In Europa 14 milioni di persone soffrono di Fibromialgia, una patologia caratterizzata da dolori muscolari cronici e diffusi. Il Parlamento europeo, nel 2008, l’ha riconosciuta come malattia estremamente invalidante. Il governo italiano, invece, si ostina a non farlo, nonostante a soffrirne, in Italia, siano almeno in 2 milioni. La conseguenza è la negazione del diritto delle persone fibriomialgiche a una buona qualità di vita.
Mi chiamo Morena, ho 53 anni e sono affetta da Fibromialgia primaria. Ho scoperto la mia malattia sette anni fa, ma da quando ne conosco tutte le caratteristiche ho capito di esserne affetta da sempre. In passato risolvevo in silenzio i problemi e le difficoltà che mi creava: nonostante la mia carriera da infermiera, non collegavo sintomi e patologia. Non avevo mai sentito parlare di questa malattia: con dispiacere, ho dovuto studiarla sul mio corpo.
Ho sempre avuto dolori ai muscoli e difficoltà nelle lunghe prestazioni fisiche. Ma ho sempre provato a combattere contro i miei limiti: gli altri mi facevano pressione, ovunque sembravo inadatta. Mi hanno voluta convincere che fossi depressa e per anni mi sono sottoposta a varie psicoterapie, ma senza alcun risultato: nulla attenuava la mia sofferenza di vivere, il mio desiderio, appena sveglia, che fosse già sera per poter ritornare nel letto. Di prima mattina, già stanca.
Un giorno, però, anche la chimica del mio corpo è cambiata e il mio sistema immunitario indebolito ha permesso a un cancro di crescere nel mio seno. Ogni persona scopre di avere la Fibromialgia grazie a fattori scatenanti: il mio non è stato un solo evento, ma numerosi. Ho attraversato un periodo difficile: per il tumore, i dolori, la stanchezza, la perdita del lavoro e di persone care. Soffrivo tremendamente, ma dagli esami clinici e strumentali non risultava nulla.
OggiAggiungi un appuntamento per oggi, a sette anni dalla mia scoperta, vorrei che la comunità medica, i responsabili politici nazionali ed europei contribuissero a eliminare lo scetticismo attorno a questa malattia, per garantire a tutti i pazienti un miglioramento della qualità di vita. Servirebbero programmi interdisciplinari di sostegno individuale, medici e professionisti del settore sanitario dovrebbero essere specificamente formati, perché la diagnosi precoce diventi più semplice e più rapida, così come le cure.
Prima di tutto, però, occorre che l'Italia riconosca ai malati di Fibromialgia gli stessi diritti, nella cura e nell’assistenza, di cui godono i pazienti negli altri paesi europei. Non si può essere membri di una stessa comunità senza avere anche, tutti, gli stessi diritti. Vorrei che questo mio raccontarmi servisse anche a tante altre persone come me. Caro Stato italiano, riconosci la Fibriomalgia come malattia reale, invalidante e limitante, da’ le risposte adeguate a una patologia così subdola e devastante.
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Ringrazio Andrea Malandrino - che come me combatte ogni giorno contro questa malattia - per l'aiuto e il sostegno che mi sta dando nel portare avanti questa importante battaglia.
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